Nel giorno dell’eclissi
poesia
Scivola il veliero su solitudini e silenzi – polita seta d’acqua
corteggia la lisa carena consunta – schiumanti onde illibate
cullano il vascello dall’albero spezzato – lacero velame impiccato,
fluttuante nel vuoto, è ora vessillo senza patria – e l’eco smorzata
in armonici arpeggi d’arpa, redime isolate memorie – recluse…
L’uomo non veste più di ferro, l’elsa non ha più lama.
Su rotte mai tracciate naviga l’ignaro – milite proscritto a tradimento
da infida ideologia – ed è fallace desiderio di approdare a verità,
l’ultimo tormento – l’incubo mordace, sodale di ogni sonno –
e ancora torpida, dondola su ignoti abissi la bronzea polena greca –
musa senza volto – cereo splendore dal sale avvinto – abbracciato… Eroso…
Le mani non stringono più pugni, l’arco non è più teso.
Fu spietato mercenario – tramontò nel giorno dell’eclissi – unto dal dolore –
da fredde ceneri metalliche emerse un insolito guerriero – fiero e valoroso –
erudito condottiero di speranza – sagace capitano di nuova libertà…
E scivola il veliero su ostili mareggiate – l’uomo senza armi scruta l’orizzonte –
nuvole di pece avanzano al galoppo – chino il capo a render loro omaggio.
Non più vendetta nei suoi occhi, non più onta è la parola.
L’uomo non veste più di ferro e l’elsa non ha più lama.
Le mani non stringono più pugni e l’arco non è più teso.
Non più vendetta nei suoi occhi, non più onta è la parola
e nudo, esamina il riflesso in discontinuo movimento
di un corpo deturpato, che ancora non conosce…
Erratico ego sperduto in perenne ricerca di sé.
Testo: Copyright © 2003 Francesco Barazza. Tutti i diritti riservati. È severamente vietata la riproduzione, divulgazione e stampa della presente opera, in toto o in parte, senza l’autorizzazione dell’autore.
Fotografia: Web sources. Royalty Free.
Francesco, complimenti per questa stupenda composizione.
Ho avuto la sensazione di riconoscere uomini che vanno all’infinita ricerca di una coincidenza tra l’io e il sé, l’eterno dilemma di chi vuole raggiungere la piena coscienza e consapevolezza della bellezza e della profondità della propria anima, mai doma e mai sconfitta dalle tempeste dell’esistenza.
Grazie. Ti auguro un buon onomastico e una buona domenica. Ciao, Piero
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Ciao Piero, grazie di avermi ricordato il mio onomastico. Me ne ero completamente scordato. Ultimamente ho la testa fra le nuvole… Della composizione hai inteso il fine. Ho voluto parlare di ricerca interiore legata all’espressione dell’io; ossia alla verità che ognuno di noi dovrebbe essere, per vivere la propria essenza in armonia con il resto del mondo.
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Sei stato bravo a renderne esattamente l’idea. Grazie.
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la parola chiave è armonia…
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Complimenti. E’ bellissima.
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